Il Sistema ad Acqua di Falda

Nelle aree geografiche in cui sono presenti falde acquifere stabili e a profondità limitate (0/50 m in funzione delle dimensioni dell’edificio), è possibile utilizzare l’acqua di falda come vettore termico.

Semplificando, le zone in prossimità di fiumi, laghi o risaie, e quelle di pianura in genere, presentano normalmente queste caratteristiche, che sono riscontrabili spesso anche nelle aree urbane: ad esempio due strutture conosciute a tutti, a Torino, il Museo Egizio e il palazzo Intesa SanPaolo, sono edifici climatizzati con sistemi ad acqua di falda.

L’utilizzo dell’acqua di falda può avvenire in due modalità distinte:

  • Estrazione dell’acqua di falda e smaltimento in corpo idrico superficiale
  • Estrazione dell’acqua di falda (pozzo di prelievo) e successiva re-iniezione in altro pozzo (disperdente)
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In entrambi i casi si parla dicircuito aperto, condue grandi vantaggi in termini di efficienza dell’impianto:

  • La temperatura dell’acqua è più elevata rispetto a quella che si rileva nei circuiti delle sonde:normalmente si riscontrano 10°/14°C, ma non è raro arrivare anche a 16°C.
  • A differenza della temperatura del fluido in un “circuito chiuso” dove si riscontra una fisiologica deriva stagionale, in un impianto geotermico ad acqua di falda il fluido termovettore ha una temperatura costante tutto l’anno.

Questi due fattori determinano in modo diretto un miglior rendimento della PDC, ma bisogna considerare per contro che in questo tipo di impianti la presenza di una pompa nel pozzo di emungimento determina consumi elettrici aggiuntivi. In ragione di questo ultimo aspetto non è energeticamente conveniente attingere a falde profonde.

Il maggior vantaggio del sistema ad acqua rispetto a quello a sonde è comunque dato dall’investimento iniziale, decisamente più contenuto.

Questo vantaggio è proporzionale alla potenza installata, quindi maggiore per edifici di medie e grandi dimensioni; in questo caso, il prelievo termico viene effettuato tramite uno o al massimo due pozzi, contro la necessità di realizzare un maggiorenumerodi perforazioni per sviluppare tutti i metri lineari necessari a raggiungere gli stessi risultati.

L’acqua di falda utilizzata per il funzionamento degli impianti viene ricondotta in falda o in uno scarico superficiale. Non è in alcun modo alterata chimicamente; termicamente cede o assume un delta di circa 4°C in relazione all’uso della PDC in riscaldamento o raffrescamento, può essere quindi riutilizzata per altri usi (irrigazione, sanitari, ecc.).

In termini assoluti, il sistema a ciclo aperto è il più efficiente e consente di raggiungere valori molto elevati del coefficiente di prestazione (COP).

Richiede una disamina accurata dell’assetto idrogeologico dell’area interessata, verificando la sostenibilità sia dei prelievi che delle re-immissioni in un’ottica che permetta l’utilizzo ottimale degli impianti, e lo svolgimento di iter autorizzativi più o meno articolati.

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