Come funziona un impianto geotermico a bassa entalpia?

Un impianto geotermico si compone principalmente di:

  • Un sistema di captazione del calore (sonde geotermiche/pozzo emungimento)
  • Una pompa di calore
  • Un sistema di accumulo per acqua tecnica e uno per acqua sanitaria
  • Il tutto è collegato all’impianto di distribuzione (termosifoni, pareti radianti, ventilconvettori, ecc.).
come funziona impianto geotermia a bassa entalpia

Dal sottosuolo, tramite sonde geotermiche o pozzi di emungimento, viene prelevata una quantità di energia termica.

La stessa permetterà di attivare ilciclo della pompa di calore che attraverso la compressione del gas presente nel suo circuito frigorifero, produrrà acqua calda alla temperatura richiesta dal tipo di sistema di distribuzione dell’edificio e a quella per usi sanitari.

Le pompe di calore più performanti (migliori COP = coefficiente di prestazione) producono la stessa energia termica con un fabbisogno inferiore di energia elettrica.

Data la qualità della pompa di calore, gli elementi che determinano l’efficienza di un impianto geotermico sono sostanzialmente due:

  • il tipo di sorgente termica e quindi la sua temperatura
  • il tipo di sistema di distribuzione e la conseguente temperatura richiesta per il suo funzionamento

I sistemi radianti a bassa temperatura (a pavimento, a parete o soffitto) sono i più indicati perché il delta termico da produrre con la PDC è inferiore, quindi migliori saranno COP.

Tuttavia vengono comunemente realizzati, con buoni risultati, impianti geotermici abbinati a sistemi di distribuzione tradizionali (termosifone e termoconvettori), con temperatura di mandata fino a 60°, ottenendo efficienze e risparmi inferiori ma sempre interessanti rispetto ai tradizionali sistemi di generazione.

Con la distribuzione di tipo radiante inoltre è possibile avere, oltre al riscaldamento invernale, anche il raffrescamento estivo, attivo (free cooling) e passivo, con la distribuzione a ventilconvettore, è possibile solo il raffrescamento attivo. La distribuzione a termosifone consente unicamente il riscaldamento invernale.

In tutti i casi la pompa di calore, oltre a generare acqua calda e fredda alle temperature richieste dalla climatizzazione dell’edificio, produce durante tutto l’anno anche acqua calda sanitaria: potendo provvedere a questa esigenza puntualmente e al bisogno, indipendentemente dal clima, non sono necessari grandi accumuli, costosi ed ingombranti, come avviene ad esempio con i collettori solari termici.

Il D. LGS n. 28 del 3 marzo 2011 stabilisce che gli impianti di produzione di energia termica per edifici nuovi o sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, dovranno garantire l’utilizzo di fonti rinnovabili per la generazione combinata di:

Data Copertura Fabbisogni
dal Maggio 2012 50% dei fabbisogni di ACS
dal 1 Gennaio 2014 35%del fabbisogno energetico per riscaldamento e raffrescamento – VALIDA ANCHE PER L’ANNO 2017
dal 1Gennaio2017 * 50% del fabbisogno energetico per riscaldamento e raffrescamento – NON ATTIVA

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